Quando lasci andare il giudizio e lo sostituisci con il perdono, liberi te stesso - Estratto da “L’Amore Non Dimentica Nessuno” di Gary Renard © 3V Edizioni

IL PERDONO VISTO IN TRE FASI

GARY: Si può spiegare il perdono in molti modi diversi, tutti coerenti tra loro. Io lo vedo ancora come se fosse suddiviso in tre fasi, che più avanti diventano una sola, quando ci si abitua a praticarlo.

Nella prima fase si deve smettere di reagire al mondo, perché questo lo rende reale. Si deve smettere di pensare con l’ego. Se ci si sorprende a giudicare o a condannare qualcosa o qualcuno – o si inizia a sentirsi a disagio, in ansia o addirittura arrabbiati – si può essere certi che è l’ego. Lo Spirito Santo non lo farebbe mai. Per questo è importante monitorare tanto i propri sentimenti quanto i propri pensieri. In effetti è più probabile agire mossi dai propri sentimenti piuttosto che da altro. Anche se i sentimenti altro non sono che il risultato di ciò che pensiamo.

Quando si smette di pensare con l’ego, si può iniziare a pensare con lo Spirito Santo. Non si possono fare entrambe le cose contemporaneamente. Rappresentano due sistemi di pensiero completi che si escludono a vicenda. Il passare dall’ego allo Spirito Santo, è chiamato l’Istante Santo.

Cosa consiglia di fare lo Spirito Santo riguardo a questa situazione? Smettere di renderla reale. Sono i nostri giudizi e le nostre reazioni a renderla reale. Ma ora, avendo compreso che la ragione per cui consideriamo gli altri colpevoli è dovuta al fatto di voler vedere la colpa in loro piuttosto che in noi stessi, la possiamo annullare invertendo la proiezione. Così, prima ci si rende conto che la colpa non è in loro, ma in noi, poi si riconosce che non è nemmeno in noi, perché l’intero concetto di colpa è stato fatto dall’ego per renderlo reale!

Nella seconda fase ci si rende conto che è stato l’ego a inventare tutto e che quello che vediamo non è vero. L’universo spazio-temporale non esiste. Esiste solo la proiezione dell’universo spazio-temporale. Per questo non possiamo essere vittime dell’universo. Non c’è potere nell’essere vittime, ma c’è molto potere nell’essere causa.

Nella terza fase si deve cambiare idea in merito a tutto. Come dice il Corso nell’ultima sezione dell’ultimo capitolo del Testo: “Scegli di nuovo”. Ossia scegli di non identificarti più con il corpo, ma con lo spirito. In questo modo smetti di rendere il corpo reale e guardi oltre il velo alla verità e all’innocenza che è ovunque, perché Dio è ovunque. Nessuno è colpevole, nemmeno noi. Tutto è lasciato in pace allo Spirito Santo. Praticando il perdono scopriamo che questo processo può essere fatto sempre più rapidamente, perché diventa una verità acquisita.

Inoltre, una volta fatta propria l’idea che il mondo viene da noi invece che a noi, ci è quasi impossibile reagire come prima. Ora il perdono è giustificato.

PURSAH: Molto bene, fratello. Hai ricevuto un buon insegnamento. E naturalmente, man mano che progredisci, sperimenterai sempre di più che sei tu quello che viene veramente perdonato. Quando lasci andare il giudizio e lo sostituisci con il perdono, liberi te stesso.

GARY: Sì. È come quel detto buddista che dice: giudicare qualcuno è come bere del veleno e aspettarsi che muoia qualcun’altro. Tutto il giudizio è davvero auto-giudizio, e tutto il perdono è davvero auto-perdono.